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Curling: a Cortina il world Mixed Doubles. Gli “ice makers” prepareranno “sheets” speciali

Maurizio Torri
25/2/2009

La località ampezzana ospita il campionato iridato 2009 mixed doubles. Dal 18 al 25 aprile le migliori “coppie” del mondo a Cortina d’Ampezzo

Si avvicina a grandi passi il ritorno in Italia del curling di alto livello. E non poteva che essere Cortina d’Ampezzo, la città che ha dato i natali al curling azzurro, ad ospitare dal 18 al 25 aprile il World Mixed Doubles Curling Championship 2009, anche in vista dei Campionati Mondiali Maschili di curling del 2010 assegnati proprio alla città ampezzana. Il Mixed Doubles Curling, detto più brevemente Double Mix, si differenzia dal curling classico per la partecipazione obbligatoria di squadre miste composte da due giocatori (1 uomo e 1 donna) e per la comparsa delle cosiddette “stones stazionarie”, una novità che aumenterà sicuramente la spettacolarità delle manches, più propriamente dette “ends”.

Dopo la curiosità suscitata durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006, il curling è diventato uno sport conosciuto al grande pubblico anche in Italia, anche se alcune “figure” restano un’incognita. È il caso, ad esempio, degli ice makers, ovvero i creatori del ghiaccio. Sconosciuti ai più perché lavorano “dietro le quinte”, portano sulle spalle una responsabilità incredibile: realizzare il campo di gara. Prima di ogni partita gli ice makers bagnano il campo di gara (sheet) con dei leggeri spruzzi d’acqua (pebble), quest’ultima si ghiaccia al contatto con la superficie di gioco producendo un piano ruvido. Senza questa granulosità la parte concava della pietra si comporterebbe come una ventosa, rallentando la propria corsa e non seguendo le traiettorie impostate dal lanciatore. Con la creazione della granulosità (pebbleing), invece, si riduce l’attrito e la stone è libera di ruotare su se stessa mantenendo la direzione impostata e l’effetto impostole.

Per creare un ottimo campo di gara, l’ice maker deve essere un po’ scienziato ed un po’ artista, deve avere sotto stretto controllo la temperatura dello sheet, l’umidità dell’aria, la purezza dell’acqua e la creazione della rugosità ghiacciata. Nei Paesi dove il curling è più radicato, il lavoro degli ice makers è aiutato dall’uso di particolari software, studiati ad hoc per tenere sotto controllo tutte le variabili possibili. “In Italia i software per la gestione del ghiaccio sono fantascienza”, a dirlo è Ivan Moglia, “resident” ice maker di Cortina d’Ampezzo, che sarà presente sui campi di gara dei campionati Double Mix, al quale abbiamo fatto alcune domande sul suo delicato lavoro.

In Italia la tecnologia non è ancora entrata a far parte dell’attività di un ice maker?

“Purtroppo, nel nostro Paese, il curling non è ancora uno sport che dispone di tante risorse ed un sistema computerizzato di gestione dello sheet è molto costoso”.

Allora su che cosa si basa per creare il miglior campo di gara possibile?

“Opero soprattutto a Cortina con monitorizzazioni quotidiane del ghiaccio, lo conosco molto bene, lo curo personalmente ed ho la possibilità di confrontarmi con gli atleti che si allenano. In ogni caso, prima di ogni gara, cerco di avere il maggior numero possibile di informazioni sull’affluenza di spettatori, sulle temperature previste, sull’umidità stimata e sulle stones dei concorrenti.”

Anche sulle stones? Perché?

“Devo sapere se una stone è nuova o meno. Le stones nuove sono più “aggressive” di quelle vecchie, cioè tendono a limare maggiormente il pebble, eliminando la granulosità e creando dei problemi di direzionalità alle stones stesse. In quel caso devo creare un pebble più grosso, più ruvido, in modo che la stone non riesca ad eliminare la granulosità.”

Ed il riscontro più grande le proviene dagli atleti in gara, se lei fa bene il suo lavoro riescono a fare bene il loro…

“Certo! Come ho detto, ho la possibilità di confrontarmi con gli atleti che si allenano, per me questo è molto importante perché mi dà la possibilità di vedere i risultati della mia opera in situazioni differenti durante l’anno e con interpreti diversi. Ci si confronta, si discute se sia meglio una soluzione piuttosto che l’altra e si cerca di crescere insieme.”

Crescere insieme vuol dire anche far crescere il curling italiano.

“C’è tanto da fare, ma la passione c’è tutta, sia da parte degli atleti che da parte degli ice makers e, anche, da parte degli organizzatori. L’auspicio è quello di avvicinare i giovani al curling, magari con strutture che consentano ai ragazzi di incuriosirsi, di provare e di appassionarsi.”

Il campionato Mixed Doubles è una buona vetrina per avvicinare le nuove leve e farle appassionare, vetrina che la vedrà impegnato in prima linea.

“In realtà sarò solo di supporto. In manifestazioni internazionali di questo calibro gli ice makers vengono inviati direttamente dalla Federazione Internazionale. Si tratta di gente che sa veramente il fatto suo ed ha molto da insegnare sulla creazione del ghiaccio. Nel mio piccolo, però, posso mettere a disposizione la mia esperienza e le mie indicazioni riguardo ai campi di gara di Cortina, visto che è il mio pane, e assicuro che un parere in più, per un ice maker, è sempre ben accetto.”

Il Mixed Doubles Curling World Championship sarà uno degli avvenimenti principali sul calendario del curling del 2009, con la presenza di ben 25 Nazioni, tra le quali si annoverano le migliori nazionali al mondo quali Canada, Stati Uniti, Svizzera, Norvegia e Scozia.

Info: www.curlingcortina.dolomiti.org