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TROFEO VANONI 2020

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Abbiamo intervistato per voi Alex Baldaccini.....

22/10/2020
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alex baldaccini
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corsa in montagna
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Ventotto minuti e ventuno secondi, un record che a Morbegno vale quanto il primato mondiale sui 10.000, mezza o maratona....

In sessantatre  anni di storia, quello siglato da Alex Baldaccini  nell’ottobre 2012 è il migliore crono di sempre al “mondiale delle foglie morte”. A pochi giorni dall'italiano staffetta 2020 abbiamo intervistato per voi il portacolori dell'Atletiva Valle Brembana.

Innanzi tutto come stai e con chi correrai il Vanoni? 

«Sto abbastanza bene, ma non nascondo che la mia motivazione non sia quella dei giorni migliori e nemmeno la forma atletica. Nell'ultimo periodo ho fatto un'attività agonistica un po' diversa dal solito, ma comunque al Vanoni non posso mancare. Penso correrò con i compagni con cui abbiamo vinto la scorsa edizione, Nadir Cavagna e Francesco Puppi».

 

 

 

 

Quali compagini ti preoccupano per la corsa al titolo?

«Col tempo ho imparato a preoccuparmi più di me stesso e della mia prestazione, piuttosto che di quella degli altri. In ogni caso i rivali saranno quelli di sempre, l'Atletica Valli Bergamasche per il titolo e la Francia per la vittoria. Non sottovaluterei neanche Sportification, se avranno squadra al completo e i giovani dell'Atletica Valchiese come outsider».

 

Alex Baldaccini e il Trofeo Vanoni. Cosa ti lega a questa gara?

«Dal 2006, ovvero da quando la categoria lo ha permesso, non perdo un Trofeo Vanoni e prima ancora avevo corso qualche edizione del Minivanoni, seguendo poi la gara dei grandi come spettatore. Col tempo ho scoperto che questo percorso mi si addiceva molto e pian piano è diventata la gara di casa, vuoi perché ci separa solo il Passo San Marco e dalla Val Brembana è sempre venuta molta gente a tifare. Anzi, posso tranquillamente dire che anche la gente di Morbegno ormai faccia un po' il tifo per me».

 

 

 

 

28’21” un primato che resiste dal 2012 raccontaci la tua gara perfetta…

«Hai detto bene, è stata la gara perfetta, quella che capita una volta nella carriera e sono contento che sia capitata al Trofeo Vanoni. Capii che avrei potuto tentare il record l'anno prima, quando corsi in 29'03" senza avere nessuna aspettativa. Nel 2012 invece ero sicuro dei miei mezzi, nonostante avessi già corso circa 30 gare quell'anno, avevo appena infilato una serie di prestazioni che mi facevano viaggiare sulle ali dell'entusiasmo. Il fatto che in molti si aspettassero il mio exploit non mi spaventava, anzi mi dava ulteriore carica. Partii in prima frazione e mi ricordo che nella seconda parte di salita mi sembrava di poter aumentare il ritmo senza trovare il limite, una sensazione che non ho mai più provato in tutta la carriera. Quando scollinai in 19'30" capii che il record era praticamente fatto, avrei solo dovuto fare una discesa pulita senza stupidaggini, così non mi presi rischi nella prima parte più tecnica e spinsi di nuovo a tutta nella seconda parte. Beh, poi il resto lo sapete. Ma la vera gara perfetta fu quella di squadra del 2011, quando col GS Orobie vincemmo nella sorpresa generale assieme a Luca Bonazzi e Francesco Della Torre».

 

Che caratteristiche deve avere un atleta da Vanoni per fare una performance da primato?

«Innanzitutto deve avere la concentrazione per arrivare al top della forma al termine di una lunga stagione, cosa mai scontata. Poi deve essere in grado di sapersi adattare bene a terreni diversi fra loro, dalla salita dura a quella corribile e dalla discesa tecnica a quella molto veloce. Non credo sia sufficiente correre forte in salita o in discesa, chi batterà il record dovrà anche avere dei ritmi molto buoni in pianura. Come nomi vediamo cosa riuscirà a fare il francese Cachard quest’anno, per i prossimi vedo in Alberto Vender uno che potrebbe provare ad avvicinarsi al record, se troverà l'anno e le condizioni giuste».