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Sci Ripido: Discesa sulla Ghost Zebrù

Maurizio Torri
20/5/2009

Domenica 10 maggio 2009 Giuliano "bordon" Bordoni (fisso) e Paolo Marazzi (telemark) hanno effettuato la prima discesa in sci del versante meridionale del Gran Zebrù, 3851m, nel gruppo dell'Ortler-Cevedale

Nel link Photogallery alcune immagini di questa spettacolare discesa!!!

Questo e molto altro sul blog della Guida Alpina www.giulianobordoni.it

SANTA CATERINA VALFURVA (So) DOMENICA 10 MAGGIO 2009... A voi il racconto fattoci da Giuliano Bordoni:

Il rifugio Pizzini si erge a quota 2706m, alla testata della Val Cedec, in uno spettacolare circo glaciale. Ci troviamo all'interno del Ghiaccio dei Forni, in Valfurfa, S.Caterina. Questo rifugio caldo e accogliente gode di una sauna per tutti coloro che ne vogliono beneficiare dopo una giornata fredda e umida all'insegna della fatica. Rigenerati nel corpo e nello spirito le mete da qui possibili sono molteplici, ma la più ambita rimane sicuramente la salita al Gran Zebrù, 3851m, cima elegante ed imponente. Questa vetta è anche la nostra meta o meglio il punto di partenza per una linea di discesa lungo la parete sud della stessa. Questa via è stata salita da Davide Chiesa e Maurizio Piccoli nell'inverno del 1997 ed è stata battezzata "Ghost Zebrù" e non dovrebbe essere stata ancora discesa.

La voglia d'avventura su questo itinerario ci fà pesare meno la levataccia mattutina e la fatica che dovremmo compiere per giungere sino alla cima con i nostri sci dalle dimensioni giganti se messi a confronto con i più popolari sci d'alpinismo!

Ci aggiriamo come pesci fuor d'acqua nei nostri abbigliamenti da fratelli-punk-rider. Infatti il rifugio è gremito di sci-alpinisti "classici" che ci guardano con occhi di incomprensione e curiosità, suscitando un chiaccherio di fondo che non riusciamo a sentire, causa i nostri i-pod a tutto volume!

Nei pressi della cima, divertiti e compiaciuti, guardiamo gli atleti dello scialpinismo dell’Altavaltellina (reduci di un raduno per concludere una stagione ricca di successi) partiti giusto quelle due ore più tardi di noi, sorpassarci con grande agilità.
Il Grande ora è affollato da persone che si accavallano intorno alla sua croce per la foto di rito, mentre noi due ci prepariamo per la discesa.

Entriamo nella bowl tra la cima e l’anticima. La prima parte ha una pendenza che rimane compresa nei 45° con brevi tratti che toccano i 50°-55° e finisce in un canale molto stretto rigato da un salto di ghiaccio. Qui la prima doppia difficile perché, su un corpo morto, con neve inconsistente mi fa perdere parecchio tempo. Fuori dal canalino il pendio si apre e le pendenze tornano a non superare i 45°. Ora la neve è spettacolare e la discesa è un susseguirsi di curve armoniose ed eleganti in uno scenario da film. Alla fine di questo, un attimo di attenzione per imboccare ed imbroccare il canale giusto che ci porta ad una serie di tre doppie su abalakov che segnano la fine di un'avventura.

Abbiamo deciso di dare un nome a questa discesa: “fucking the ghost”, un gioco per deridere un fantasma che non mi fà più paura e chi si prende troppo sul serio. Non assolutamente per esser irriverenti nei confronti dei primi salitori.

Alla base ci fermiamo un attimo, guardiamo le nostre tracce, soddisfatti di ciò che è stato fatto, che non è la discesa in sè, ma il gusto dell'avventura. Quel gusto è un seme piantato dall'amico Mario Sertori e continua a dare i suoi frutti perchè in giornate come queste la gioia si dipinge sui nostri volti. Esser in montagna con amici, avventurarsi, cercare e scoprire è un presente che mi arricchisce dentro, è la nota che mi fa' sentire il mondo vibrare.